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Cask ale e Gen Z: la tradizione che torna di moda nel Regno Unito?

Gen Z e cask ale: la rinascita nei pub britannici

Oggi un’opinione controcorrente che sfata i venti di crisi irreversibile della birra britannica tradizionale: in UK, i consumi delle ale in cask (dette anche real ale in cask per distinguerle dalle altre alte fermentazioni) non sono morti.

Eppure di segnali brutti ce ne sono, primo fra tutti il CAMRA, la storica associazione dei consumatori, che ha da poco annunciato che non terrà più il grande festival nazionale dedicato a queste birre – il GBBF – che le celebra ogni anno in Agosto.

A quanto pare, però, la cask ale, simbolo della tradizione brassicola inglese, non sarebbe in declino, anche se noi prendiamo con il beneficio del dubbio questa affermazione che è controcorrente e tutta da dimostrare. Un nuovo sondaggio condotto da YouGov per la Society of Independent Brewers and Associates (SIBA) e pubblicato dal sito Craft Brewing Business, mostra che il 25% dei giovani tra 18 e 24 anni e bevitori regolari di birra, ordina regolarmente cask ale nei pub. Un balzo di + 50% rispetto al 2024. Notiamo bene che il sondaggio riguarda i giovani che sono bevitori abituali. Comunque, un dato sorprendente (e, ripetiamo, da approfondire ulteriormente, direi), pubblicato alla vigilia della Cask Ale Week 2025, e che ribalta la narrazione odierna di una generazione di giovani disinteressata all’alcol e alle birre warm & flat come sono le tradizionali UK, che si servono con poca schiuma a temperatura di cantina.

I numeri che smentiscono i pregiudizi

Secondo una ricerca della società di sondaggi IWSR, la percentuale di Gen Z britannica (dai 18 anni in su) che ha consumato alcol negli ultimi sei mesi è salita dal 66% al 76% in un solo anno. Una crescita netta che dimostra come, dietro l’immagine comune dei giovani tutta a base di “mocktail e bevande energetiche”, ci sia ancora voglia di birra di qualità. Ammesso che tutto ciò sia vero, rimande da porsi una domanda:

Ma perché la cask ale piace ai giovani?

Ash Corbett-Collins, presidente di CAMRA, sottolinea che il primo richiamo è spesso il prezzo: “La cask ale è tra le birre con il miglior rapporto qualità-prezzo al bancone”. Gli inglesi stanno parecchio attenti alla loro pinta e a quanto la pagano, ma ciò che apparentemente fa tornare i giovani a consumarla è freschezza, sapore e varietà. Vengono citati alcuni punti:

  • Valore e gusto: birra non pastorizzata, servita a 11–13 °C (51–55 °F), fresca di cantina.
  • Esperienza e rituale: la spillatura a pompa manuale e la condivisione attorno al tavolo creano l’atmosfera che Gen Z cerca.
  • “Sessionable”: gradazione moderata e bevuta lunga, perfetta in tempi di budget attenti.

Corbett-Collins aggiunge che i pub restano centrali nell’esperienza: le visite ai pub della Gen Z superano quelle di alcune fasce più anziane. I giovani non spendono per abitudine, continua, ma se trovano un’esperienza autentica che gli piace, allora escono volentieri.

Più di una moda: un patrimonio da tutelare

Il boom della cask ale alimenta anche un movimento culturale. Nel Regno Unito è in corso una petizione per il riconoscimento della cask ale come patrimonio culturale immateriale UNESCO. Non è solo una questione di marketing, ma anche un segnale che i giovani sono pronti a farsi custodi di una tradizione brassicola, se raccontata con cura.

Indicazioni utili anche per l’Italia

Per i birrifici artigianali italiani (e internazionali, suvvia!) il messaggio è abbastanza chiaro: valore, freschezza del prodotto e senso di comunità restano elementi decisivi per attirare i nuovi, giovani consumatori.

Ma non solo i giovani. Il CAMRA si prodiga particolarmente per promuovere il consumo di birra locale, o meglio: locAle. Le ale tradizionali inglesi, poi , sono birre leggere, che vanno incontro a quella voglia di bere leggero che si sta diffondendo sempre di più nel mondo dei bevitori di birra.

Abbiamo parlato della situazione delle birre analcoliche nell’intervista di qualche mese fa a Teo Musso sulle prospettive del mercato italiano e della nuova linea di birre zero alcol del Baladin.

Infine, concludiamo in modo insolito per le consuetudini di Pinta Medicea: con qualche domanda. Magari puoi rispondere qui sotto o sui nostri social, ma ci interessa davvero ascoltare le tue esperienze. Hai mai assaggiato una cask ale nel suo luogo originale, in un pub inglese? Ti attira il rituale della spillatura manuale oppure preferisci altri stili tradizionali? Raccontaci la tua esperienza nei commenti.

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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