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Birra 50&50: una crescita costruita nel tempo

Approfittiamo di un podcast pubblicato sul blog Malto Gradimento in cui riprende un’intervista a Radio Materia, per raccontare un po’ del Birrificio 50&50.

Il birrificio 50&50

Nel mondo della birra artigianale italiana, il percorso del birrificio 50&50 è un esempio di come la costanza, nel tempo, possa costruire risultati solidi. A raccontarlo è Alberto Cataldo, socio e responsabile commerciale, che insieme a Elia Pina ha dato vita al progetto circa tredici anni fa.

L’avventura è iniziata in modo semplice, come per tanti altri birrai, con le prime prove casalinghe di Elia, fino all’apertura del birrificio vero e proprio. Un passaggio importante fu la partecipazione, nel 2013, a un corso di Slow Food, dove i due incontrarono figure di riferimento del mondo artigianale come Kuaska e Agostino Arioli. È stato uno dei momenti che hanno contribuito a trasformare una passione in un mestiere.

Alberto Cataldo - uno dei soci del birrificio "50&50" con Elia Pina
Alberto Cataldo – uno dei soci del birrificio “50&50” con Elia Pina

Col passare del tempo, il birrificio 50&50 ha scelto di portare avanti un approccio discreto, lontano dai clamori che hanno accompagnato gli anni delle cosiddette “rockstar della birra” (locuzione che mi “sblocca un ricordo”: abbiamo parlato tante volte nei primi tempi di Pinta Medicea delle rockstar della birra). La crescita di birra 50&50 è avvenuta passo dopo passo, puntando sulla qualità e sulla continuità dei risultati.

Dal periodo della pandemia a oggi, il birrificio ha ottenuto oltre venti premi in concorsi nazionali e internazionali, un riconoscimento alla costanza produttiva e alla varietà della proposta. I riconoscimenti spaziano tra diversi stili: dalle IPA e NEIPA alle lager e alle Italian Grape Ale. Quest’anno 50 & 50 ha vinto il titolo Birrificio dell’Anno nel concorso di Unionbirrai.

—Leggi anche: Qual è la differenza tra Birra dell’Anno e Birraio dell’Anno?

La “Graziella”, un equilibrio tra due mondi in una birra in stile IGA

Ed è proprio una IGA-Italian Grape Ale tra le birre più rappresentative del birrificio. Si chiama Graziella e, come tutte le IGA, nasce dall’incontro tra birra e vino, in questo caso grazie all’uso di mosto di Moscato. Il nome richiama la celebre bicicletta pieghevole, qui messo a simboleggiare l’unione e il bilanciamento delle parti: due metà che si incontrano, come le anime di questa birra. La Graziella è anche una delle più premiate della gamma delle birre 50&50.

Tra birra, musica e convivialità

Oggi 50&50 propone oltre venti referenze tra birre fisse e stagionali. Il birrificio è anche luogo di incontro: ospita eventi e la festa ufficiale ogni anno a inizio giugno, dove la musica ha un ruolo importante. Per i soci, la birra deve accompagnare i momenti di convivialità, senza mai imporsi come protagonista assoluta. Filosofia che ci sblocca un secondo ricordo, poiché l’abbracciamo anche in Pinta Medicea davvero da sempre.

Guardando ai prossimi mesi, il birrificio annuncia tre nuove birre: due one shot (una monoluppolo e una in collaborazione con un birrificio svedese) e una dark lager boema. Un segno di continuità in un percorso che unisce esperienza, curiosità e metodo.
L’intervista completa ad Alberto Cataldo è disponibile sulla piattaforma Spreaker e in altri canali del blog Malto Gradimento che ha trasformato l’intervista a Radio Materia in podcast.

 

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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