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Weizenbier/Weizen

(o Weissbier/Weisse) Termini tedeschi per designare, rispettivamente, la “birra di frumento” (Weizen) e la “birra bianca” (Weiße). Significano dunque la stessa cosa: il primo, più comune nelle regioni meridionali della Germania, in contrapposizione alla berliner weisse del Nord-Est; il secondo, con riferimento all’aspetto opalescente del prodotto. La weizen viene realizzata con malto d’orzo e, per legge, con malto di frumento in misura almeno del 50%.

La fermentazione è alta e attivata da un lievito particolare che conferisce un caratteristico aroma fruttato di banana matura e speziato dei chiodi di garofano. Il gusto, frizzante e lievemente acido, lascia un retrolfatto a malapena amaro. La gradazione alcolica va dal 4,5 al 5,5%. Le weisse sono birre rifermentate, che escludono ovviamente la pastorizzazione. Il mosto e il lievito possono anche essere aggiunti in bottiglia, come da antica tradizione, e si hanno le flaschengärung (Flaschen “in bottiglia” e Gärung “fermentazione”). Normalmente però la rifermentazione avviene nei serbatoi. Dopo di che, se filtrate e chiarificate, le birre si chiamano kristall “cristallo” (o kristallklar “cristallino”) weizen, e sono chiare e di aspetto cristallino; diversamente, prendono il nome di hefe weizen (con o senza trattino tra le due parole), e si presentano chiare ma di aspetto torbido per i lieviti (Hefe) in sospensione. Di solito le weisse alla spina sono torbide, mit (“con”) hefe. Le hefe weizen prodotte con malti più scuri vanno sotto la denominazione di dunkel weizen, e hanno colore ambrato e sempre l’aspetto torbido per i residui di lievito; quelle tradizionali, sono dette anche ur-weizen. La versione più forte della weizen (g.a. 6,5-7,5%) è invece definita weizenbock. Di colore per lo più scuro, viene prodotta all’inizio dell’inverno per essere spesso consumata nella stessa stagione, anche se è più adatta alla primavera. Conserva la caratteristica nota acidula della weisse, ma evidenzia anche un maggior sentore di lieviti. Rispetto alla bock infine, lavorata con solo malto d’orzo, ha corpo e intensità inferiori.

Antonio Mennella

Antonio Mennella

Nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e residente a Livorno. Laureato in giurisprudenza, è stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza (BZ), Livorno, Pisa, Prato. PUBBLICAZIONI Confessioni di un figlio dell'uomo - romanzo - 1975; San Valentino - poemetto classico - 1975; Gea - romanzo - 1980; Il fratello del ministro - commedia - 1980; Don Fabrizio Gerbino - dramma - 1980; Umane inquetudini - poesie classiche e moderne - 1982; Gigi il Testone - romanzo per ragazzi - 1982; Il figlioccio - commedia - 1982; Memoriale di uno psicopatico sessuale - romanzo per adulti - 1983; La famiglia Limone, commedia - 1983; Gli anemoni di primavera - dramma - 1983; Giocatore d’azzardo - commedia - 1984; Fiordaliso - dramma - 1984; Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana - 1989; L'Italia oggi - pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti - 2012; Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana - in due volumi - 2014; I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri - 2014; I nomi comuni derivati da nomi propri - 2015. BIRRA La birra, 2010; Guida alla birra, 2011; Conoscere la birra, 2013; Il mondo della birra, 2016; La birra nel mondo, Volume I, A-B - 2016; La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018; La birra nel mondo, Volume III, L-Q - 2019; La birra nel mondo, Volume IV, R-T - 2020; La birra nel mondo, Volume V, U-Z - 2021. Ha collaborato a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull'origine e la produzione della birra nel mondo.