Abbazia (Birre d’–)

Non si tratta di un solo stile di birra, ma di una denominazione che copre vari stili: ogni marchio dunque comprende diversi prodotti. Sono birre artigianali, per lo più belghe, elaborate in base a ricette originali trappiste. Solo alcune vengono prodotte ancora nell’ambito dell’abbazia d’origine; in genere sono opera di aziende laiche, su licenza di monasteri che hanno smesso l’attività o soltanto prendendo il nome di una chiesa o di un santo.
Seguono il metodo dell’alta fermentazione. La rifermentazione in bottiglia, al contrario delle trappiste, non è una regola fissa. Comunque, anche se rifermentate, le abbazia conservano l’aspetto limpido, poiché il lievito rimane “incollato” sul fondo della bottiglia. La rifermentazione porta a uno sviluppo notevole di anidride carbonica che rende il prodotto molto effervescente e favorisce la percezione degli aromi. Allo scopo di rendere compatta la schiuma, viene talvolta  impiegato zucchero caramellato. In queste birre forti e corpose, gli aromi sono intensi e fruttati. Per favorire la permanenza del suo aroma, il luppolo viene di regola aggiunto anche a fine bollitura. Ma vengono impiegati anche aromatizzanti  diversi dal luppolo, come il coriandolo e le bucce di arancia amara di Curaçao essiccate, che apportano note floreali e speziate. Abbaye e Abdij o Abbey sono,  rispettivamente, la denominazione francese e nederlandese. Come le trappiste, le  birre d’abbazia si diversificano in: double, dubbel o doppel, con una colorazione che varia dal ramato intenso al bruno scuro (g.a. 6-7,5%); triple, tripel o trippel,  generalmente chiare e con una terza fermentazione in bottiglia o in fusto (g.a. 7- 10%).

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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