Produzione di luppolo 2024 in USA: un crollo del 16% e nuovi equilibri
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Crollo delle superfici coltivate a luppolo
Il settore del luppolo sta attraversando una fase complessa. I recenti dati del rapporto USDA-NASS e dell’HGA Statistical Packet mostrano chiaramente una riduzione significativa della produzione e delle superfici coltivate a luppolo. I numeri parlano chiaro: si tratta di un calo importante, con ripercussioni evidenti per i birrifici artigianali. Ma dietro questi dati ci sono dinamiche più profonde, legate ai cambiamenti nel mercato e alle strategie di produzione. Vediamo cosa sta succedendo.
Produzione in calo, cosa dicono i numeri
Nel 2024, la produzione di luppolo negli Stati Uniti è scesa a 87,1 milioni di libbre, un calo del 16% rispetto ai 104 milioni dell’anno precedente. Un dato che va di pari passo con la riduzione della superficie coltivata, che è scesa del 18%, attestandosi a 44.793 acri. Eppure, c’è un dato curioso: nonostante meno campi coltivati, la resa per acro è leggermente aumentata, passando da 1.915 a 1.944 libbre. Un piccolo segnale positivo in un quadro generale piuttosto complicato.
Anche il valore totale della produzione ha subito un colpo, scendendo del 21% rispetto al 2023 e attestandosi a 446 milioni di dollari. La riduzione della produzione sembra quindi essere una scelta quasi obbligata per equilibrare l’offerta e la domanda, evitando un eccesso di luppolo sul mercato.
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Le varietà più coltivate: chi sale e chi scende
Se guardiamo alle singole varietà, il panorama è in movimento. Il Citra HBC 394 rimane il luppolo più coltivato, con 6.775 acri, anche se registra una lieve contrazione. Diverso il discorso per il Mosaic HBC 369, che crolla del 44%, scendendo a 3.607 acri. Il CTZ – un gruppo di luppoli simili che comprende Columbus, Tomahawk, Zeus – mantiene la seconda posizione con 5.438 acri, mentre il nome nuovo da tenere d’occhio è Helios, che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante tra i luppoli ad alto contenuto di alfa acidi.
Un altro dato interessante riguarda il calo delle varietà aromatiche più tradizionali, come Cascade e Simcoe, che stanno perdendo terreno a favore di varietà più performanti in termini di resa e contenuto di alfa acidi.
Dove si coltiva il luppolo negli USA
Non è una sorpresa che il grosso della produzione continui a concentrarsi negli stati del nord-ovest. Lo stato di Washington rimane il cuore pulsante dell’industria del luppolo, con 33.361 acri coltivati, anche se in calo rispetto ai 42.762 acri del 2022. Oregon e Idaho seguono la stessa tendenza, con una contrazione delle superfici coltivate e una minore diffusione di alcune varietà storiche.
La riscossa degli alfa acidi
Le varietà aromatiche rappresentano ancora una fetta importante della produzione, ma è chiaro che l’industria si sta muovendo verso una maggiore attenzione ai luppoli ad alto contenuto di alfa acidi, più richiesti da molti birrifici.
Costi in aumento e nuove sfide per i coltivatori
Oltre ai dati sulla produzione, un aspetto che preoccupa i produttori è l’aumento dei costi di coltivazione. Le spese per la manodopera continuano a salire, così come quelle per la manutenzione dei macchinari e per la gestione della catena di approvvigionamento. A tutto questo si aggiunge l’inflazione, che ha reso ancora più difficile tenere sotto controllo i costi operativi.
Nel 2020, uno studio della Washington State University stimava un costo medio di 13.588 dollari per acro per la coltivazione del luppolo con irrigazione a goccia. Oggi, con l’incremento dei costi di produzione, questa cifra è probabilmente ancora più alta, mettendo ulteriore pressione sui coltivatori.
Cosa aspettarsi nei prossimi anni?
Le previsioni sono quasi sempre fuori luogo. Comunque, il mercato del luppolo è in continua evoluzione e questa fase di ridimensionamento potrebbe essere un passaggio necessario per riportare equilibrio tra domanda e offerta. La tendenza sembra andare verso una maggiore specializzazione, con i coltivatori che puntano su varietà più redditizie e performanti.
Per i birrifici, questo significa che nei prossimi anni potrebbe cambiare la disponibilità di alcune varietà di luppolo, con un’attenzione sempre maggiore ai luppoli high-alpha e a quelli speciali.
[Foto di Andre Klimke su Unsplash]