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Gen Z e birre premium sfidano il calo dei consumi globali

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Gen Z e birra premium sfidano il rallentamento globale dei consumi

Mentre i consumatori più adulti riducono la spesa per alcolici, i giovani (e la birra premium) segnano una controtendenza interessante. Secondo i nuovi dati pubblicati da IWSR, leader nelle analisi di mercato beverage, e poi ripresi da The Drinks Business, la spesa globale per l’alcol sta diminuendo sotto la pressione dell’inflazione e del cambiamento nelle abitudini di consumo. Ma non ovunque, né per tutti. Qualcosa di interessante sta succedendo: i nostri coetanei (e ancor più i più giovani) non si limitano a ‘fare a meno’, ma scelgono con cura cosa bere. E la birra premium ci mette lo zampino

La spesa cala, ma i giovani tornano a bere

La ricerca IWSR condotta su 15 mercati globali mostra un panorama variegato. Da un lato, mercati come Stati Uniti e Cina registrano forti cali nella spesa, mentre Europa sembra mostrare segnali di stabilizzazione. Tuttavia, ciò che spicca è la ripresa della partecipazione al bere da parte della Generazione Z (i consumatori maggiorenni più giovani).

Partecipazione Gen Z in crescita:

  • In Australia la Gen Z che partecipa attivamente alle uscite è passata dal 61% all’83%.
    Negli Stati Uniti si è passati dal 46% al 70%.

Contrariamente all’idea diffusa che i giovani si stiano allontanando dall’alcol, questi dati mostrano una rinnovata propensione a uscire, bere fuori casa e spendere, seppur in modo più selettivo rispetto alle generazioni precedenti.

Modi diversi di consumare: meno rigidi, più curiosi

Oltre ad aumentare la partecipazione, la Gen Z si distingue per un approccio più aperto e vario: è interessata a più categorie (spirits, birra, no-alcol), frequenta locali, ed è meno rigida nei confronti della moderazione. Non si tratta di un ritorno ai vecchi schemi, ma di un modo nuovo di vivere l’alcol: più occasionale, ma anche più consapevole.

India e Brasile trainano il cambiamento

Due mercati si distinguono nettamente dagli altri: India e Brasile. Qui i consumi crescono in tutte le fasce d’età più giovani, in particolare tra i Millennials benestanti e la Gen Z, che guidano sia il volume sia la spesa.

  • India: la domanda cresce su sentiment, volumi e spesa, grazie soprattutto ai Millennials e alla Gen Z benestante;
  • Brasile: non solo birra premium, ma anche gin, vodka e persino birre analcoliche, segno di curiosità e attenzione al benessere.

Birra premium in controtendenza: un’eccezione positiva

Per me, appassionato ma non “tecnico”, la birra di qualità è la via. E a quanto pare non sono l’unico. In mercati come Brasile e India i consumi di birra premium crescono in doppia cifra, mentre superalcolici e vini di alta gamma arrancano. Un dato che mi ha colpito? In Brasile la birra premium ha segnato +14% in volume nel 2024. In un contesto generale di riduzione nei consumi di vino e superalcolici premium, la birra premium emerge come una categoria resistente, in alcuni casi addirittura in crescita.

Tendenze osservate:

  • Brasile: +14% di volume di birra premium nel 2024;
  • Francia e Spagna: segnali di ripresa nei consumi di birra premium e super-premium;
  • Crescente spesa da parte di consumatori di fascia medio-alta.

Si conferma quindi la centralità della birra (e in particolare della birra di qualità)come categoria ponte tra tradizione e nuovi consumatori.

Il futuro dell’alcol passa dalla birra?

Il report IWSR 2025 offre uno spunto interessante: in un mondo che consuma meno alcol, i giovani adulti e la birra premium sono gli elementi più dinamici del settore. La sfida per i produttori? Comprendere questi nuovi equilibri, puntare sulla qualità, e parlare il linguaggio di una generazione che non rinuncia al bere, ma lo vuole fare a modo suo.

Giovani e birra: un binomio che sorprende

Da geometra passo le giornate a misurare spazi, ma quando si tratta di “misurare” le uscite serali, noto una tendenza chiara: i consumatori over 30 stanno contenendo la spesa per alcolici, mentre i ventenni (e la Generazione Z) tornano al bancone con rinnovato interesse. Non è un banale “tornare a bere”, ma una ricerca di esperienza: vogliono locali diversi, etichette particolari, eventi di degustazione.

Qualche numero preso al volo:

  • In Australia la Gen Z che partecipa attivamente alle uscite è passata dal 61% all’83%.
  • Negli Stati Uniti si è passati dal 46% al 70%.

Questi ragazzi non bevono a casa come una volta, ma escono, scoprono, sperimentano.

Birra premium: la mia scelta (e quella degli altri)

Per me, appassionato ma non “tecnico”, la birra di qualità è la via: mi piace confrontare una IPA di una microbirreria tedesca con una blanche artigianale francese. E a quanto pare non sono l’unico. In mercati come Brasile e India i consumi di birra premium crescono in doppia cifra, mentre superalcolici e vini di alta gamma arrancano. Un dato che mi ha colpito? In Brasile la birra premium ha segnato un +14% in volume nel 2024.

Nuovi orizzonti: India e Brasile

Se stai leggendo da qui in Italia potresti pensare “ma noi?”. Eppure i movimenti più grandi li vediamo lontano:

  • India: la domanda cresce su sentiment, volumi e spesa, grazie soprattutto ai Millennials e alla Gen Z benestante.
  • Brasile: non solo birra premium, ma anche gin, vodka e persino birre analcoliche, segno di curiosità e attenzione al benessere.

Il mio spunto sul futuro della birra

Da neofita della degustazione posso solo abbozzare ipotesi, ma ci credo: se c’è un settore che può tenere testa alla decrescita generale dell’alcol è quello della birra di carattere. Puntare sui sapori, sulla storia dei birrifici, su eventi in tap room e degustazioni originali. Un approccio più “slow” e consapevole che parla la lingua dei giovani di oggi.

S.R.

[Foto di Adam Wilson su Unsplash.]

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Collab. Redazione di Pintamedicea.com

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