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Abbiamo provato Self Beer, il test fai da per la birra

Self Beer è un test di analisi fai da te per la birra. Permette di fare tutto in autonomia, in un tempo abbastanza breve e rileva la presenza di: lieviti Saccharomyces, lieviti selvaggi, batteri lattici e batteri acetici. Vediamo com’è andata

Quando ho avuto l’occasione di provare Self-Beer l’ho fatto volentieri poiché ero piuttosto curiosa. È un test di analisi della birra che permette di fare tutto in autonomia, in un tempo abbastanza breve e serve a rilevare la presenza di: lieviti Saccharomyces, lieviti selvaggi, batteri lattici e batteri acetici.

Self-Beer è prodotto dall’azienda Bior Self e consiste in una scatola contenente due provette, ciascuna grande come un flacone di vitamine.

Per la prova ho scelto una birra fatta in casa, in stile IGA-Italian Grape Ale, prodotta con l’aggiunta di mosto di uva colorino e di Brettanomyces ricavato da un avanzo di Orval. Una birra con uno splendido colore rosato e un bouquet aromatico intenso e fresco che mi è stata gentilmente data per l’esperimento da Lorenzo C., homebrewer di lungo corso ed esperienza. Guardate il liquido nelle provette, anche se la foto qui sopra non rende come la visione dal vivo. Per provare Self-Beer ho usato 30 ml di questa IGA, il resto è stato apprezzato in modo canonico!

Il kit di analisi è formato da due provette, una col tappo verde e l’altra col tappo rosso. Ciascuna contiene un supporto con due terreni di coltura, chiamati A e B.

La provetta verde serve ad analizzare i lieviti: sul lato A i Saccaromyces e sul B i selvaggi.

Invece la provetta col tappo rosso rileva le infezioni batteriche: il lato A i batteri acetivi, il B i batteri lattici.

Saccharomyces cerevisiaeTappo , Lato A
Saccharomyces pastorianusTappo , Lato A
Pichia membranifaciensTappo , Lato B
Acetobacter acetiTappo , Lato A
Lactobacillus curvatusTappo , Lato B

Ho riempito le provette fino al segno, come indicato nel foglio di istruzioni che è breve e ben illustrato, le ho richiuse e le ho messe a riposare lontano dalla luce per tre giorni. Perché ci vogliono tre giorni affinché Self-Beer faccia il suo lavoro.

I risultati delle analisi

Dopo tre giorni, il test non ha rilevato batteri (la birra era perfetta, quindi nulla da dire) e ha individuato la presenza del Brettanomyces che infatti era stato aggiunto dal birraio.

Self Beer
Dopo tre giorni di attesa, il lato A della provetta verde di Self Beer rileva la presenza dei lieviti Saccharomyces nella birra: tanti e in buona salute, a quanto si vede.

 

La birra è fatta con l’aggiunta di Brettanomyces che appartiene alla famiglia delle Pichiacee, perfetto per essere intercettato dal lato B. E infatti nella foto seguente si vede una piccola colonia di bretta.

Self Beer
Il lato B della provetta verde rileva gli altri lieviti e infatti ha trovato la presenza più discreta del Brettanomyces aggiunto dal birraio.

Oltre alla presenza dei lieviti, Self-Beer valuta l’eventuale contaminazione dovuta ai batteri lattici e batteri acetici. Qui entra in gioco la provetta rossa. Il nostro test non ha trovato niente, ma non ci siamo stupiti: la birra era organoletticamente perfetta (se capiterà una prossima occasione cercherò una birra andata a male e fermentata peggio!).

Self Beer
Il lato A della provetta rossa, dopo tre giorni è perfetto, segno che nella birra testata non ci sono tracce di contaminazione acetica.

 

Self Beer
Dopo i tre giorni di attesa, anche il lato B della provetta rossa era come nuovo, segno dell’assenza di ogni contaminazione lattica.

 

L’esame delle colture è interessante, oltre alle foto qui sopra, ho fatto un piccolo video su Facebook con qualche dettaglio in più.

Usando Self-Beer è inoltre possibile valutare la vitalità dei lieviti Saccaromyces: se il lievito è sano si noterà una crescita molto alta, com’è stato nel nostro caso.

Invece la provetta rossa è rimasta intonsa, a indicare che la birra non contiene infezioni né acetiche né lattiche.

Self Beer è uno strumento utile, probabilmente più per il birrificio che per l’homebrewer. In queste pagine avevamo già parlato di uno strumento per verificare la qualità della birra ed, eventualmente, rilevare la presenza di difetti o microrganismmi indesiderati. Questa volta però si tratta di un sistema semplicissimo,  di gran lunga più econommico, che può interessare anche chi si dedica a produzioni casalinghe e non ha voglia di impegnarsi in un acquisto importante.

 

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.

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