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Da EBCU una visione olistica del Nutri-Score

L’altro giorno si parlava di com’è stata accolta da Unionbirrai la proposta di utilizzare il sistema Nutri-Score sulle birre. Adesso arriva anche la risposta di EBCU-European Beer Consumers’ Union, l’organizzazione europea che raggruppa le associazioni nazionali di consumatori di birra.

Ebcu ha rilasciato un comunicato stampa  – The Nutri-Score and its relation to health and well-being: A holistic view – in cui affronta la questione da più punti di vista. Di seguito la sintesi di Pinta Medicea.

Il Nutri-Score e la sua relazione con salute e benessere: una visione olistica

Tra le massime priorità di una società ci sono sicuramente salute e benessere. È accertato che una buona alimentazione, oltre ad essere fonte di salute, sia un elemento importante per la prevenzione di alcune malattie. L’Unione Europea ha di fronte una sfida enorme costituita dalle malattie non trasmissibili (NCD) legate all’alimentazione come il diabete di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, l’ictus e altre malattie croniche. Sappiamo bene che le diete malsane che portano alla cattiva alimentazione sono tra i principali fattori di malattie non trasmissibili, compresi i tipi letali di cancro. Nel 2019, all’interno dell’UE è stato stimato un tasso di sovrappeso nella popolazione adulta del 52,7%, un numero in costante aumento, che richiede interventi urgenti in sede comunitaria, e l’esigenza di programmi sistematici che mirino a ridurre questo tasso. Sono necessari sforzi congiunti e approcci olistici per stabilire diete sane e garantire un’implementazione globale sostenibile dello stile di vita dei cittadini.

Uno stile di vita sano

Naturalmente la scienza può aiutarci a capire come ridurre i rischi di malattie non trasmissibili (NCD) legate all’alimentazione. Oltre all’attività fisica, imprescindibile in uno stile di vita salutare, una dieta sana è fondamentale per prevenire le malattie non trasmissibili. Lo stile di vita moderno, tuttavia, è caratterizzato da un’alimentazione di convenienza, che consiste principalmente in cibi e bevande industrialmente ultra-elaborati. In genere questi cibi sono ricchi di calorie, sale, zucchero e grassi ma hanno basse quantità di nutrienti; contengono anche molti conservanti e coloranti artificiali. L’alimentazione di convenienza incide negativamente sulla salute dei consumatori; allo stesso tempo, ha un impatto anche sugli aspetti sociali del mangiare e del bere: invece di prenderci del tempo per cucinare e gustare un pasto assieme, infatti, ci ritroviamo ad aprire la confezione già pronta e a mangiarla velocemente.

Come funziona il punteggio del nutri-score?

La Commissione Europea raccomanda l’uso di un semplice sistema di valutazione nutrizionaleNutri-Score – per combattere la malnutrizione nell’Unione. Il sistema calcola un punteggio per ogni prodotto e lo converte in un’etichetta nutrizionale “a semaforo”, con 5 colori di facile lettura e cinque lettere: da A a E. I prodotti con classificazione A sono altamente raccomandati, mentre i prodotti con classificazione E sono sconsigliati. La formula per il calcolo del punteggio è trasparente e di facile applicazione; il punteggio prende in cosiderazione 7 diversi parametri di informazioni sui nutrienti per 100 gr. di cibo. I parametri impiegati si basano su prove scientifiche compilate dall’agenzia francese per la sanità pubblica, e hanno avuto origine da importanti lavori dell’Università di Paris-Nord.

Quattro punti a sfavore del Nutri-Score

Il Nutri-Score copre solo gli ingredienti principali dei cibi, come sodio e grassi, ma non prende in considerazione altre sostanze come gli additivi artificiali, i surrogati e i conservanti. Il Nutri-Score trascura anche il fatto che una dieta sana, per essere tale, non dovrebbe essere basata né sui cibi pre-lavorati e ultra-lavorati che sono stati identificati come causa di NCD. Inoltre, sistemi di “indicatori-scorciatoia” come è il Nutri-Score ridurranno lo sforzo di impegnarsi in un’alimentazione consapevole e sostenibile, e andranno a interferire con le conoscenze base riguardo all’alimentazione e con l’abitudine a utilizzare in cucina gli ingredienti naturali e integrali. Ultimo ma non meno importante punto a sfavore del Nutri-Score è l’ignorarela correlazione tra salute e cultura di alcuni cibi. La cucina mediterranea, ad esempio, è caratterizzata da un ampio uso di olio d’oliva, che sul Nutri-Score è etichettato con un punteggio nutritivo “C”. Tale etichettatura si traduce in una sistematica svalutazione della cucina mediterranea, assolutamente ingiustificata in quanto questo modo di cucinare prevede una dieta sana con un uso equilibrato di alimenti vegetali e alimenti di base lavorati minimamente. Inoltre, i dati epidemiologici provenienti dalla Francia non mostrano un impatto positivo del Nutri-Score sui problemi di salute legati all’alimentazione. Sebbene la Francia sia stato il primo paese a introdurre il Nutri-Score (2017), il tasso di crescita della popolazione in sovrappeso è aumentato lo stesso negli ultimi 30 anni agli stessi ritmi dei paesi vicini.

Sul consumo di alcol e sull’uso della “F nera”

I dati epidemiologici ci dicono che le persone con un’istruzione inferiore sono più vulnerabili alle NCD. L’educazione alimentare non finisce sulla porta di casa, ma continua ad essere necessaria nelle scuole e deve essere erogata anche dai programmi statali, includendo anche le bevande alcoliche nel discorso. È indubbio che il consumo di alcol mostri effetti cellulari e mitocondriali avversi che rendono importanti le campagne contro il consumo eccessivo di alcol. Allo stesso tempo, i programmi educativi potrebbero giocare un ruolo nell’informazione corretta e nel consumo moderato, magari informando sugli aspetti sociali e culturali del bere e allo stesso tempo stimolando una riflessione sulle qualità delle diverse bevande alcoliche e analcoliche. Questo tipo di riflessioni approfondite vengono aggirate dal sistema Nutri-Score, dove si propone di etichettare principalmente le bevande alcoliche con la “F”, senza fare alcuna differenziazione tra le bevande con un basso contenuto di alcol come la birra e quelle molto alcoliche come i liquori. L’utilizzo del marchio con la “F” nera – che sta anche per “Failed”! – in molti contesti fungerà da stigma per qualsiasi tipo di consumo, anche quello più morigerato e consapevole. Indipendentemente dalla quantità consumata, dalla qualità e dal grado alcolico, la bevanda sarà bollata come “letale” o estremamente malsana solo perché contentente alcol. Una mancanza di differenziazione che molto probabilmente non porterà a un consumo più consapevole di alcol. Tanti consumatori, vedendo la “F” sulla confezione, non si spingeranno ad approfondire le altre qualità della birra. Per esempio, non si chiederanno: quanto alcol contiene? È di origine regionale? È artigianale o è stata prodotta industrialmente? Contiene sostanze nutritive o additivi? ecc. Alcuni potrebbero bypassare il prodotto-birra scegliendo alternative analcoliche con un’etichetta Nutri-Score più favorevole, come le bevande analcoliche ipocaloriche o a calorie zero. Tuttavia in queste bevande la riduzione dell’apporto calorico si ottiene sostituendo, ad esempio, lo zucchero con l’aspartame, una sostanza che può avere effetti negativi sulla salute a lungo termine, se consumata in grandi quantità.

Un sistema di semplificazione eccessiva

Nel complesso, va sottolineato che un sistema di semplificazione eccessiva come il Nutri-Score non può risolvere i problemi di salute legati a una cattiva dieta. La conoscenza culturale, l’inserimento contestuale e l’educazione specifica agli ingredienti e metodi di preparazione sono fondamentali per un’alimentazione più sana nel lungo periodo. Otterremo una salute migliore e un maggiore benessere in un mondo socialmente e culturalmente più accogliente, rispettando prodotti diversi, di alta qualità e autentici.

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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