Restyling del logo di Pinta Medicea: nuovo look, stessa passione per la birra artigianale
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Restyling del logo Pinta Medicea: tradizione birraria e identità visiva rinnovata
Dopo oltre tredici anni di onorato servizio, abbandoniamo il nostro classico blasone “simil–gentilizio” che ci ha identificati fin da quando abbiamo deciso di costituirci in associazione.

Perché abbiamo deciso di rinnovare il logo
Erano anni che era in programma un restyling dello stemma con l’intenzione di “svecchiare il brand”, come dicono i tipi delle agenzie, rendendolo più contemporaneo.
In particolare, era mia intenzione alleggerire il tutto e sostituirlo con un “vero logo”. Che cosa intendo per vero logo? Lo spiego nel corso dell’articolo.
Restyling sì, ma con continuità
Il valore della memoria visiva
Ho valutato diverse possibilità e alla fine ho optato per la continuità, semplificando al massimo il nostro vecchio stemma, ma rimanendo sempre sul tema a noi caro: Birra & Firenze.
Identità e fiducia: i motivi della scelta
Nello studio del nuovo logo, abbiamo mantenuto la continuità con lo stemma che ci ha identificati per tanti anni, sia come associazione a Firenze, sia come sito web sul mondo della birra di qualità e sulla birra artigianale.
Uno degli obiettivi principali di questo lavoro era preservare il legame con il marchio storico dell’associazione proprio per non far perdere i riferimenti, non tanto ai soci che ci conoscono e ci frequentano, quanto a chi ci segue online e ha meno legami diretti con Pinta Medicea.
Però non volevamo ripartire da zero, ma rinnovare mantenendo viva la riconoscibilità, la memoria visiva e, soprattutto, il rispetto per il percorso compiuto dall’associazione fino a questo punto.
Obiettivi del nuovo logo: stile e funzionalità
Qui chiamo in causa soci, amici e tutte le persone con cui ho avuto modo di parlare e chiedere un parere: solo i più assidui ricordavano nel dettaglio cosa rappresentasse lo stemma di Pinta Medicea (tu che stai leggendo: te lo ricordi senza tornare su a vedere?). Un segnale chiaro che era giunto il momento di sfrondare e rinnovare.
Alla fine sono venuti fuori tre concetti-guida generali per il design del nuovo logo.
- Fiducia visiva. Le persone associano inconsciamente un logo a valori, esperienze, qualità che speriamo di aver trasmesso in questi anni di attività. Cambiarlo radicalmente può disorientare o rompere quel legame emotivo (è ciò di cui dicevo prima).
- Identità consolidata. Se un logo è stato usato per anni – e il nostro lo è stato eccome – è già “entrato in testa” al pubblico. Nel caso di Pinta Medicea, non si ratta di numeri enormi (diciamo così), ma proprio per questo non ci va di rischiare di perderne una fetta. Evolvere il logo, anziché rifarlo da capo, ci consente di accompagnare il cambiamento, senza imporlo. O almeno noi speriamo che sia così.
- Racconto coerente. Un logo aggiornato ma “coerente con la propria storia visiva rafforza la narrazione del brand, mostrando maturità e consapevolezza”. Questa idea del “racconto coerente” mi piace: viene fuori da una conversazione con un professionista (che non nomino perché ho fretta di uscire con questo pezzo, semmai scrivetemi). In ogni caso, il concetto mi torna, anche se poi bisogna vedere come funzionerà all’atto pratico.
Un design più leggibile, moderno e versatile
Dicevo: all’atto pratico, nel nostro caso, il boccale di birra con lo scudo mediceo è stato mantenuto, anche se ridisegnato in chiave minimal senza tutti gli orpelli che appesantivano la versione originale.
Questo elemento non è solo un richiamo alla birra artigianale e a Firenze, ma rappresenta anche un riferimento affettivo e identitario, sia per chi ha creato Pinta Medicea, sia per chi ci segue da anni.
Ecco il risultato:

Carino, vero? Nei prossimi giorni sostituirà il vecchio logo su: sito, social e materiale cartaceo. Lo farò gradualmente, senza fretta, ci mancherebbe. In questo Zeitgeist, le cose importanti sono altre.
Centrare 4 obiettivi
ripetiamoli, per comodità.
- Alleggerire visivamente il logo.
- Mantenere i simboli storici, ma con una grafica più attuale, che conservi però un’aura di “fatto in casa”, perché la Pinta Medicea nasce come associazione di persone che facevano la birra a casa. Il design del logo deve avere un ché di familiare, ma lo spiego meglio dopo;
- Migliorarne l’usabilità su web, social, packaging e stampa;
- Garantire coerenza tra versione digitale, stampata e monocromatica (che andiamo a vedere tra poco).
L’idea alla base della scelta del nuovo logo
Colori ispirati ai fumetti vintage
Il logo precedente, se rimpicciolito, non si vedeva bene: risultava caotico su adesivi e stampe. Guardatelo in cima a questa pagina: è pieno di scritte, colori e linee minuscole. Lungi da noi fare chissà che (sappiamo benissimo chi sono i grandi, per esempio), ma nel nostro piccolo si voleva qualcosa di più ordinato.
Per il nuovo logo ho scelto colori “disneyani”, ispirati ai vecchi fumetti di Topolino degli anni Settanta, coi colori vivaci ma un po’ sbiaditi. Mi piaceva l’idea di trasmettere semplicità, evocando estetiche del passato e mantenendo un legame visivo con Pinta Medicea.
Volevo che desse l’impressione di qualcosa fatto in casa: un disegno amatoriale ma spontaneo, con le sue imperfezioni, ma con una bella personalità. Proprio come la nostra Pinta Medicea.
Inoltre, era importante che il bianco della schiuma risaltasse nel logo a colori e la palette è stata pensata anche con questo obiettivo in mente.
Ci siamo riusciti? Ci fate sapere?
Una versione a un colore per ogni esigenza
Uno degli aspetti più trascurati nella progettazione di un logo (così ci dicono) è la sua resa in versione monocromatica.
Nel nostro caso, lo stemma gentilizio era stato disegnato con matite e pennarelli, senza nemmeno immaginare una successiva resa in vettoriale. Quando poi è servita, ad esempio per creare i banner in PVC da portare alle fiere, trasformarlo è stato un lungo lavoro a base di: lacrime, sangue e bestemmie.
Stesso discorso per il bianco e nero destinato alla stampa del merchandising. Tutti quei colori facevano lievitare i costi, così abbiamo ridotto tutto a un solo colore più il bianco. Anche lì, tanto lavoro, lacrime, sangue ecc.
Eppure è fondamentale: dal timbro al merchandising, dalla serigrafia alla stampa laser, un logo deve funzionare anche senza colori.

Questa volta, abbiamo creato una versione a un colore che mantiene la stessa forza comunicativa del colorato. Almeno ci pare che sia così. E questo conferma che le scelte grafiche sono solide, e che il design è pensato per durare ed essere chiaro.
Perché anche le piccole realtà dovrebbero farlo
Allarghiamo un attimo il discorso. Un restyling del logo ben fatto, specie per piccole aziende, artigiani, progetti culturali o e-commerce, non serve solo a “stare al passo con i tempi”. Serve a riposizionarsi, a comunicare meglio, e spesso anche a rafforzare ciò che già funziona.
Serve anche a non sbattersi ogni volta che si fa qualcosa e… mancano i file giusti del proprio logo. Tipo quando devi partecipare a una fiera o a un evento e ti chiedono il logo per inserirlo sul sito, nel catalogo, sulla locandina e via discorrendo.
Naturalmente, anche i social media
Oggigiorno si deve pensare anche ai social media. Un logo che funziona sui social è di grande aiuto. Devi caricarlo nel formato migliore possibile e valutare come rende sui vari device: computer, smartphone di tutte le salse, e tutto ciò che ti capiti a tiro. Se non si legge o non si vede bene, non spiccherà tra i loghi dei competitor e si perderà un’occasione per farsi conoscere (o riconoscere). Basta far mente locale su come funzionano le cose sui social in cui tutto si gioca in pochi secondi, e ci vuole davvero poco per perdere il momentum.
Ricordiamo che rinnovare non significa stravolgere. Il cambiamento può essere dolce, progressivo, rispettoso. E proprio per questo, speriamo, efficace.