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Coronavirus: in USA vendite di liquori +55%. Ma non è una buona notizia per la birra artigianale

Il lockdown americano ha fatto levitare il consumo domestico di bevande alcoliche. Nell’ultima settimana di marzo c’è stato un aumento del 75%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

L’emergenza coronavirus è esplosa anche negli States: le persone devono stare chiuse in casa, osservare la clausura. Come in Italia, non si può più andare ai ristoranti, ai pub, però le bottiglierie e la vendita da asporto funzionano.

Allora è una buona notizia per il settore della birra artigianale?

Il primo dubbio ci assale dando un’occhiata alle classifiche di vendita: la birra in genere non ne esce benissimo, si colloca dopo tequila, gin, vino, cocktail confezionati ecc. Ma scendendo nel dettaglio la situazione si presenta ancor più inquietante. L’emergenza covid-19 ha portato a un aumento degli acquisti, tuttavia la gente preferisce fare scorta di drink a buon mercato, come vini in lattina o birre di fascia bassa, con un revival delle confezioni “gran risparmio” – tipo box da 3 litri di vino, 24 pack ecc. – che prima del virus stavano passando di moda. La tendenza è fare scorta per i tempi incerti e casalinghi, prediligendo marchi conosciuti ed economici come Budweiser, per esempio. La ricerca della qualità o della particolarità passa in secondo piano di fronte all’emergenza.

Dunque, in un contesto che vede una recessione alle porte con un record di disoccupati mai visto prima, il settore della birra artigianale si colloca piuttosto male.

Ma sono anche le dinamiche di mercato della birra craft a complicare le cose. Il 70% delle vendite di birre artigianali arriva dalle taproom e dai pub che adesso devono rimanere chiusi, cercando di andare avanti con consegne a domicilio e vendita sfusa. Anche quando l’emergenza covid-19 sarà rientrata, si prevede che la gente non tornerà tanto presto ad affollare pub e ristoranti. Gli esperti ipotizzano che il 20% di questi esercizi non riaprirà. Ci sono già esempi in questo senso, anche estremi, come il brewpub che è rimasto in attività per soli 71 minuti. It’s a perfect storm for the craft beer business, dicono gli analisti.

Alcuni birrifici stanno iniziando a produrre sanitizzanti per le mani. Poche ore fa Brewers Association ha rilasciato alcune linee guida informali per i birrifici che intendano produrre sanitizzanti usando i materiali del birrificio, anziché comprare etanolo dalle distillerie.

E in Italia?

In Italia i piccoli birrifici cercano di reagire come possono, si sono organizzati con delivery in proprio e corrieri. Il blog di Slowfood ha pubblicato una pagina con i birrifici italiani che in questi giorni consegnano a domicilio.

Chi può cerchi di acquistare birra italiana e artigianale, ma è una raccomandazione forse inutile da fare su questo blog: se sei qui, già lo sai.

Oltre ai birrifici ci sono i beershop. Nella mia città Grand Cru Firenze fa consegne in zona Sud e Firenze Birra si trova allo Stadio. Ma ovunque si abiti, basta fare una ricerca per trovare il birrificio o il punto vendita di birra artigianale più vicino o il preferito.

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.