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Birrificio Turbacci

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Birrificio Turbacci, Mentana

Birraturbacci.it – Brewpub in provincia di Roma, presso il centro sportivo Mezzaluna, con suggestiva veduta sulla pista di ghiaccio del locale adibito a ristorante.

Giovanni Turbacci, nato nel piccolo comune di Pitigliano (in provincia di Grosseto) e compiuti gli studi alberghieri, partì giovanissimo per la Scozia, dove l’esperienza lavorativa gli consentì d’innamorarsi della birra e di Sandra Quinn. Tornato in Italia, alla fine degli anni ’70 rilevò, insieme a Sandra (ormai sua moglie), una pizzeria-gelateria a Mentana e cominciò a offrire anche una vasta e ricercata selezione di birre artigianali. Agli inizi degli anni ’90, un articolo su Bargiornale parlava di un’attività quasi sconosciuta da noi, ma già affermata negli Stati Uniti: il brewpub ovvero, un locale dove veniva servita la birra prodotta in loco.

La notizia incuriosì Giovanni, che finì per scoprire l’esistenza, dal 1988, di un’attività del genere, più precisamente uno dei primissimi microbirrifici italiani messo su a Riva del Garda dai fratelli Oradini. Ovviamente si portò a visitarlo, e non tardò ad accarezzare l’idea di aprire un brewpub alle porte di Roma, potendo ormai contare anche sui figli (Stefano, Marco e Laura). Un’idea che, purtroppo, dovette essere presto accantonata. All’epoca, un vuoto normativo creava non pochi problemi burocratici, mancava una rete di fornitori specifici per il canale artigianale (impianti, materie prime, assistenza tecnica), addirittura non esisteva un consumatore così evoluto. Soprattutto, era troppo costoso, se non proibitivo, un impianto produttivo.

Purtroppo per i fratelli Oradini, ma per la fortuna dei Turbacci, il microbirrificio di Riva del Garda non ebbe lunga vita. E, non appena vennero a sapere che l’impianto era stato messo in vendita, i romani si precipitarono a comprarlo. L’impianto, in rame rivestito di legno, era stato costruito dal principe Luitpold. Sicché Giovanni Turbacci riuscì a farsi mandare dalla Germania un birraio della König Ludwig che, non solo provvide all’installazione dell’intero impianto, ma seguì anche le prime cotte.

Così, il 13 settembre del 1995 veniva inaugurato il brewpub Turbacci. E oggi che la birra artigianale va di moda, ma che quando cominciarono a produrla loro, tra mille difficoltà burocratiche e tecniche, pochi sapevano veramente cosa fosse, non è da dire che i Turbacci siano rimasti dietro a qualcuno, perché sono sempre all’avanguardia. La loro gamma rappresenta in pieno gli stili più classici, ne reinterpreta alcuni in modo del tutto personale, addirittura si cimenta in ricette fuori da qualsiasi tipo di stile sciorinando una creatività sbalorditiva.

La produzione, per lo più di fermentazione alta con rifermentazione in bottiglia, annovera 22 referenze. Mentre solo dal 2010 iniziò la distribuzione anche fuori dell’azienda.

Le birre, con un gallo nero in etichetta, sono in vendita al Gallo-Pub di Tivoli, gestito da uno dei figli di Giovanni. Nel brewpub invece la birra viene servita in abbinamento con i piatti di una cucina creativa.

Le Birre artigianali Turbacci

Turbacci Eroica, extra special bitter/ESB di colore ambrato carico (g.a. 5,5%); creata per il centenario del Museo Garibaldino di Mentana. Con una media effervescenza, la schiuma ocra emerge ricca, compatta, cremosa, di notevole tenuta e allacciatura. Il profilo aromatico si rivela molto intrigante, con freschi profumi floreali ed erbacei, di malto e caramello, di prugna e miele di castagno. Il corpo medio ha una consistenza watery quanto basta. Nel gusto, l’attacco dolciastro di malto tostato è supportato, in progressione, dal miele di castagno, dagli agrumi, dalla crosta di pane; poi arrivano l’erbaceo deciso e persistente del luppolo, una leggera speziatura, qualche nota minerale, l’asprezza del lievito: e si avverte un lieve sbilanciamento. Sbilanciamento, che nel corto finale, secco e acido, si ricompone magistralmente, per lasciare il campo alle suggestioni retrolfattive di un erbaceo amarognolo deliziosamente suffragato da una punta di liquirizia.

Turbacci Quinn, zwickelbier di colore giallo paglierino (g.a. 5,3%); conosciuta anche come Turbacci Sthop. Porta il cognome della moglie del birraio e si propone come variante tedesca della keller pils, più torbida e rustica, abbondantemente luppolizzata. Con una vivace effervescenza, la schiuma bianca erompe abbondante, fine, compatta, abbastanza durevole e aderente. Al naso si mettono subito in evidenza crosta di pane, miele, fieno, lievito e frutta, col “fiato sul collo” di sentori agrumati e floreali dei luppoli, intanto che dal fondo si affaccia anche qualche indizio di gelsomino. Il corpo appare piuttosto sfuggente, pur nella sua consistenza grassa. Il gusto ostenta l’ottimo equilibrio tra le note mielate del malto e le sensazioni erbacee in cui aleggiano toni floreali e speziati. Il finale, semplice e dissetante, reca un principio di amaro quasi agrumato. Amaro, che s’intensifica, ma piacevolmente, nella secchezza della discreta persistenza retrolfattiva.

Turbacci Big Mama Quinn, imperial pils di un intenso colore dorato (g.a. 10%). E’ la versione imperial della Quinn, elaborata per la gioia degli amanti delle pesanti luppolizzazioni. A scanso di falsi allarmismi, c’è da precisare che si tratta di un prodotto sorprendentemente gradevole e di facile beva, grazie alla robusta componente maltata che tiene sotto rigido controllo l’intero percorso gustativo. La spuma bianca, copiosa, sottile, compatta, cremosa, è opera drlla corretta carbonazione stilistica. Notevole l’equilibrio olfattivo tra malto granuloso e luppolo fruttato, con delicati sentori di speziatura. Il corpo medio presenta una tessitura alquanto acquosa. Il gusto caramellato, con “belle” note di cereali, biscotto, erbe, pane, tende all’asciutto, mettendo in bella mostra la “sapiente” venatura amaricante. Un finale intenso, vigoroso, impresso dal malto, si scioglie languidamente tra le persistenti impressioni luppolizzate del retrolfatto.

Turbacci Super, belgian strong dark ale di colore ambrato carico con riflessi ramati (g.a. 7,5%); conosciuta anche come Turbacci Sunset nella GDO. La carbonazione è abbastanza contenuta; la schiuma beige chiaro, ricca, densa, cremosa, di sufficiente tenuta e aderenza. Il bouquet olfattivo si sviluppa tra odori caramellati che ospitano ben volentieri gradevoli sentori di panna cotta, toffee, prugna, miele di castagno, fiori di bosco; dal fondo, intanto, fanno capolino indizi di bergamotto, legno di sandalo, lievito fenolico. Il corpo medio tende al pieno, così come la consistenza acquosa accenna alla grassa. Il sapore iniziale reca una maltatura dolce e tostata, secca e croccante; poi cominciano a venir fuori note di prugna, amarena, miele di castagno, cacao, frutta secca; e la lunga corsa si chiude calda, pulita, vigorosa, sotto l’egida di un piacevole luppolo floreale. Nel finale, una certa dolcezza fruttata è il preludio ideale per una lunga persistenza retrolfattiva dalle rinfrescanti sensazioni acidule delle tostature.

Turbacci Black, plain porter di colore bruno con riflessi rubino (g.a. 6,3%); in collaborazione con l’Associazione Birra del Lazio. Con un’effervescenza alquanto spinta, la schiuma cappuccino viene fuori abbondante, spessa, cremosa, di apprezzabile durata e allacciatura. L’aroma si sparge in tutta la sua intensità elevata dalla gradevole finezza, elargendo sentori stratificati che si susseguono armonicamente, di caramello e malto tostato, caffè e cioccolato amaro, agrumi e amarena, vaniglia e zucchero di canna, tabacco e liquirizia, lievito belga e luppolo erbaceo, anice e sambuco. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza pressoché grassa. Il gusto si distende all’insegna del caramello e della torrefazione; mentre aleggia disinvolta una sensazione acidula che rende la bevanda estremamente rinfrescante. Il percorso, abbastanza lungo, si chiude secco e alquanto amaricante. La persistenza retrolfattiva è un delizioso mix di caramello, liquirizia, caffè, tostature, cioccolato fondente, fomentati da un ruvido luppolo terroso.

Turbacci Noel, spiced ale di colore ambrato con riflessi rubino (g.a. 7,5%); classica birra natalizia d’ispirazione belga. E’ l’unico prodotto della casa a utilizzare semi di coriandolo e scorza d’arancia di Curaçao. Con una morbida effervescenza, la schiuma, di un bianco sporco, si rivela fine, cremosa ma non di così lunga durata. L’aroma caramellato è impreziosito da pervicaci odori di coriandolo, frutta rossa e arancia candita; mentre, dal sottofondo, si levano caldi sentori floreali che ricordano la rosa e la violetta. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza alquanto grassa. Nel gusto si esaltano le note fruttate di arancia candita, egregiamente sorrette dalla forza alcolica che peraltro avvolge, per l’intero percorso, il palato in un alone di riscaldante dolcezza senza mai intralciare la scorrevolezza della bevuta. Nella pulita secchezza finale compaiono residui acidi di agrumi. La persistenza retrolfattiva invece richiama i sentori speziati e fruttati avvertiti al naso trasformandoli in lunghe sensazioni cordialmente amabili.

Turbacci Strong Ale, belgian strong golden ale di colore paglierino carico con riflessi dorati g.a. 8,9 %). La carbonazione è alquanto vivace; la schiuma bianca, sottile, spessa, cremosa, di buona allacciatura e lenta dissoluzione. L’aroma si libera leggermente dolce e speziato (vaniglia e cannella), tra sentori floreali, di malto, frutti di bosco, luppolo, agrumi, lievito, esteri fruttati, caramello, marzapane. Il corpo, da medio a pieno, ha una consistenza piuttosto grassa. Nel gusto, asciutto e abbastanza morbido, le note dolci del malto e quelle vagamente speziate del lievito sono ottimamente bilanciate da una luppolizzazione, sì generosa ma raffinata. E, mentre dal fondo aleggiano reminiscenze di uva moscato, amarena, pesca, mango; l’alcol adempie egregiamente al suo compito, apportando il calore necessario nella massima discrezione. Nella secchezza del finale s’intensifica la presenza etilica; così come, nella persistenza retrolfattiva, si sbriglia l’amarore, ma con lunghe, piacevoli, suggestioni.

[Tutte le foto sono prese dalla pagina Facebook di Birra Turbacci]

Antonio Mennella

Antonio Mennella

Nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e residente a Livorno. Laureato in giurisprudenza, è stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza (BZ), Livorno, Pisa, Prato. PUBBLICAZIONI Confessioni di un figlio dell'uomo - romanzo - 1975; San Valentino - poemetto classico - 1975; Gea - romanzo - 1980; Il fratello del ministro - commedia - 1980; Don Fabrizio Gerbino - dramma - 1980; Umane inquetudini - poesie classiche e moderne - 1982; Gigi il Testone - romanzo per ragazzi - 1982; Il figlioccio - commedia - 1982; Memoriale di uno psicopatico sessuale - romanzo per adulti - 1983; La famiglia Limone, commedia - 1983; Gli anemoni di primavera - dramma - 1983; Giocatore d’azzardo - commedia - 1984; Fiordaliso - dramma - 1984; Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana - 1989; L'Italia oggi - pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti - 2012; Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana - in due volumi - 2014; I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri - 2014; I nomi comuni derivati da nomi propri - 2015. BIRRA La birra, 2010; Guida alla birra, 2011; Conoscere la birra, 2013; Il mondo della birra, 2016; La birra nel mondo, Volume I, A-B - 2016; La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018; La birra nel mondo, Volume III, L-Q - 2019; La birra nel mondo, Volume IV, R-T - 2020; La birra nel mondo, Volume V, U-Z - 2021. Ha collaborato a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull'origine e la produzione della birra nel mondo.