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Al Birrificio contadino Cascina Motta completata la semina dell’orzo da birra

Giorni fa abbiamo ricevuto il comunicato del birrificio contadino Cascina Motta sulla fine del periodo della semina dell’orzo da birra. Lo riporto qui sotto perché tocca alcuni aspetti del mondo della birra artigianale piuttosto interessanti: il racconto delle fasi del lavoro in azienda agricola; la coltivazione dell’orzo per la birra; la maltazione; la produzione di birra artigianale contadina – che, a quanto leggo, gode del bonus ristorazione – e infine come in un’azienda agricola che produce birra stanno affrontando i contaccolpi del covid-19.

Comunicato stampa del birrificio Cascina Motta

L’estate di San Martino dona ancora delle giornate bellissime d’autunno, che stonano con la cupezza dei tempi tristi vissuti a causa dell’emergenza sanitaria. Ma i ritmi naturali della natura e dei lavori agricoli non si arrestano e nei campi il lavoro è frenetico per preparare le nuove coltivazioni prima del rigore dell’inverno.

In particolare, tra i seminativi di cereali della Pianura Padana, fanno già capolino l’orzo distico, la segale ed i frumenti  del Birrificio Cascina Motta di Sale (AL – Piemonte), l’unico in Italia a coltivare direttamente e trasformare, inclusa la maltazione, tutte le materie prime per le proprie birre è un’azienda pionieristica a livello nazionale che ha ricevuto prestigiosi premi per l’innovazione di processo e l’ecosostenibilità che persegue in ogni fase della produzione.

Le attività di preparazione del terreno e di semina si sono concluse da una quindicina di giorni, con grande sforzo ed attenzione da parte dei titolari al rispetto dei dettami dell’agricoltura biologica ed all’attuazione di pratiche colturali miranti al mantenimento e ripristino della fertilità del suolo, in modo naturale e nel rispetto della biodiversità.

Marco Malaspina, co-titolare e direttore agronomico dell’azienda, così descrive le particolarità della coltivazione dell’orzo da birra: “Per Cascina Motta coltivare il miglior orzo ed i migliori luppoli è il pre-requisito fondamentale per massimizzare la qualità organolettica della nostra birra contadina. Quindi, l’attenzione e la cura che poniamo alla coltivazione è pari, per non dire superiore, a quella che poniamo per ogni altra fase della brassatura: come si può ben concepire, infatti, se non avessimo buone materie prime da cui partire sarebbe impossibile ottenere buona birra.

Coltivare l’orzo è una pratica conosciuta e consolidata in Italia, ma la granella ad uso maltario per birra richiede delle caratteristiche tecniche molto distanti da quelle perseguite normalmente. A differenza dell’orzo foraggero, infatti, la granella da birra deve avere bassi tenori proteici, molto amido, seme di grande calibro e di forma omogenea, inoltre si pone particolare attenzione ai tenori di micotossine ed altri eventuali contaminanti.

Una leggera aratura e una buona preparazione del letto con erpicatura, quando il terreno è in perfetta tempera, sono le condizioni essenziali per la messa a dimora dei semi. Grazie all’elevato livello di meccanizzazione aziendale procediamo con semina di precisione, mantenendo sempre alta la dose di seme per ettaro: questa soluzione consente di limitare la crescita delle infestanti e riduce l’accestimento, così che ogni culmo porti un numero limitato di spighe, a tutto favore della grandezza ed uniformità di calibro delle cariossidi. Ai fini della semina procediamo ad una pulitura e calibratura molto efficace delle cariossidi da seme, che sono autoripordotte internamente, in modo da evitare l’apporto di infestanti e favorire l’omogeneità di germinazione. La pratica della rullatura è, invece, abbandonata.

La nostra azienda, inoltre, è certificata secondo il regime dell’agricoltura biologica, quindi, anche il tema della lotta agronomica alle infestanti ed alle fitopalogie in genere, riveste una importanza particolare”.

L’orzo che sta facendo capolino ora tra i campi di Cascina Motta sarà raccolto a fine giugno 2021 per poi essere sottoposto alla maltazione, con la malteria artigianale da 6 quintali a ciclo della stessa azienda, infine, trasformato in birra. Il mastro birraio, Alessandro Beltrame specifica: “La maltazione è un processo peculiare della nostra azienda, forse il vero e proprio cuore produttivo che distingue Cascina Motta da tutti gli altri birrifici artigianali. Si tratta di un processo discontinuo, che realizziamo in modo continuativo nell’anno. L’orzo deve essere, quindi conservato: impieghiamo per questo due silos da 20 tonnellate ciascuno con sistema di inertizzazione con anidride carbonica. Il gas, in modo del tutto naturale, evita lo sviluppo di insetti e muffe e siamo così certi che la granella mantenga inalterate le sue proprietà tecnologiche fino al momento della lavorazione. Insieme ai cereali minori coltivati nei nostri campi ed al nostro luppolo, bilanciando opportunamente i vari ingredienti, nascerà la birra contadina del raccolto 2021 che sarà disponibile da novembre 2021”.

Nonostante la difficile situazione di mercato per la birra artigianale italiana, il Birrificio contadino Cascina Motta sta segnando il passo per una crescita senza precedenti. Massimo Prandi, il terzo socio dell’azienda, conclude: “l’effetto della pandemia ha inciso notevolmente sul mercato dei consumi fuori casa e la birra ha sicuramente pagato un prezzo altissimo. La nostra birra contadina, essendo tra le pochissime birre da filiera 100% italiana, e unica a produzione interamente aziendale per tutte le materie prime, gode del Bonus ristorazione e questo è stato per noi un elemento di grande competitività rispetto agli altri birrifici artigianali ed agricoli che impiegano in toto o in parte malti industriali e luppoli stranieri per le proprie ricette. Nonostante il momento difficile, abbiamo espanso molto la cantina e stiamo facendo nuovi investimenti per far fronte ad una richiesta di prodotto in continua crescita”.

 

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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