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Come guadagnare 127 milioni di $$ in un colpo solo, rimanendo artigianali e indipendenti

Boston Beer Company e Dogfish Head si uniscono e creano una “mega-azienda”, artigianale e indipendente 😉

Ne ha già parlato tutto il mondo anche se credo sia stato Brewbound a dare la notizia (o almeno il loro è stato il primo tweet che ho letto al riguardo): il birrificio Boston Beer Company – i produttori della birra Samuel Adams – si è fuso con Dogfish Head Craft Brewery di Sam Calagione.

Rispettivamente, si tratta di una fuzione tra il secondo più grande birrificio artigianale negli Stati Uniti e il tredicesimo, come riporta la classifica delle “top 50 craft brewing companies” del Paese, redatta dalla Brewers Association.

 

Classifica dei Top 50 birrifici artigianali USA a cura della B.A.

 

Nel complesso parliamo di un affare da 300 milioni di dollari. A Calagione e famiglia toccheranno circa 406.000 azioni della Boston Beer Company, del valore di $ 314,60 l’una, per un totale di oltre 127 milioni di dollari. Inoltre gli azionisti di Dogfish Head riceveranno 173 millioni di dollari cash.

La società unita sarà guidata dall’amministratore delegato della Boston Beer Company, Dave Burwick. Inoltre dal prossimo anno a Sam Calagione spetterà un posto nel consiglio di amministrazione.

Indipendente e Artigianale marchio USA

Nonostante l’operazione ciclopica, entrambe le aziende manterranno il loro status di “birrificio artigianale e indipendente” così come prevedono le regole della Brewers Association.

L’articolo su Brewbound riporta anche il racconto — a mio avviso un “pelino” retorico — di Calagione sulla nascita di questa idea, quando lo scorso febbraio, durante un festival a Boston, si sono ritrovati a parlare; una conversazione sul settore craft che non è più quello di una volta, di cosa significhi birra artigianale e indipendente, dei marchi crafty che ingannano i consumatori e dello stile di vita connesso alla birra artigianale, realizzando che i rispettivi marchi potevano andare d’accordo senza farsi concorrenza. Riporto il testo originale perché la mia traduzione è forse un po’ troppo esegetica:

“We talked about how challenging the industry is getting, the indie craft definition, brands that consumers think are indie craft, active lifestyle beers, and we discovered how beautifully complementary and not competitive our portfolios were…”

Eater la tocca piano descrivendo l’operazione come il colpo di grazia sulla birra artigianale.

 

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli e sono tra i fondatori della Pinta Medicea, prima associazione di appassionati e poi blog dedicato alla birra artigianale in Italia. Dal 2007 scrivo articoli, recensioni e approfondimenti sul mondo della birra, gestendo anche le varie emanazioni social del sito. Da oltre quindici anni, sono docente e giudice in concorsi birrari internazionali, collaborando con realtà riconosciute come Unionbirrai e MoBI, e partecipo regolarmente a eventi e degustazioni ufficiali. La mia esperienza comprende sia la valutazione tecnica delle birre che l’educazione degli appassionati, attraverso corsi e workshop. Ho contribuito a guide e pubblicazioni sul mondo della birra artigianale, e gestisco anche rubriche dedicate ai birrifici, agli stili di birra e agli abbinamenti gastronomici. Puoi consultare il mio beer resume in inglese per una panoramica completa del mio percorso professionale. Sono inoltre presente sui principali social professionali: Twitter: @pintamediceaLinkedIn: Francesca Morbidelli. Per contatti diretti, puoi scrivermi a francesca@pintamedicea.com. Come amministratrice del sito Pinta Medicea, mi occupo di promuovere la cultura della birra artigianale italiana, valorizzando birrifici, stili, eventi e iniziative di settore. La mia missione in Pinta Medicea è condividere conoscenza, passione e competenza con tutti gli appassionati di birra.