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Birrificio Tenute Collesi

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Birrificio Tenute Collesi, Apecchio/Italia

Microbirrificio Tenute Collesi in un agriturismo della provincia di Pesaro e Urbino, in località Pian delle Serra. Fu aperto nel 2008 da Giuseppe Collesi, vicepresidente del Consorzio marchigiano produttori dell’orzo e della birra. Ma, come distilleria, la Collesi nacque nel 1870. Giuseppe, che si avvale della collaborazione del fratello Domenico, fu instradato da un mastro birraio belga, Marc Knops.

Paesaggio marchigiano

L’orzo per il fabbisogno aziendale proviene da 100 ettari di terreno sul dorso dell’Appennino umbro-marchigiano. L’acqua è quella calcarea della sorgente del monte Nerone.

La produzione, in prevalenza d’ispirazione belga, è di 7 mila ettolitri annui, e solo di fermentazione alta con rifermentazione costante in bottiglia.

Le offerte sono diverse tra loro sia per la struttura che per la durata della fermentazione; mentre vengono commercializzate, a marchio ImperAle, dalla Collesi Bini. Ma l’azienda produce anche per conto terzi.

Birra Collesi etichetta

Le birre Collesi

Collesi Imper Ale Ambrata Fiat Lux, bière de garde di colore ambrato con riflessi dorati e dall’aspetto intorbidato dalla presenza di lieviti in sospensione (g.a. 7,5%). La carbonazione è moderata; la schiuma, di un bianco sporco con tendenza al nocciola, fine, compatta, cremosa, di buona allacciatura e persistenza. La struttura olfattiva si propone ricca di sfaccettature, con decisi, intensi, sentori di malto, frutta tropicale, caramello, miele, cereali, lievito, erbe, luppolo floreale, cera d’api, china, rabarbaro. Il corpo medio ha una consistenza tendenzialmente oleosa. L’iniziale gusto amarognolo evolve presto verso una non certo stucchevole dolcezza di caramello, tutto merito di un’elegante luppolizzazione, della delicata speziatura e di una discreta acidità. L’alcol si sbriglia nel finale, ma non va troppo al di là di un apporto calorico intrigante, cordiale. Le lunghe, piacevoli, sensazioni retrolfattive recano l’amabilità del malto e, insieme, un amarore erbaceo.

Collesi Imper Ale Bionda Alter, belgian ale di colore giallo carico e dall’aspetto velato (g.a. 6%). Con un’effervescenza decisa, la schiuma bianca erompe a trama non così fine e accusa scarsa durata, anche se appaiono notevoli la compattezza e la cremosità. L’elevata intensità olfattiva regala attraenti profumi fruttati, anche di malto, vaniglia, biscotto, lievito, crosta di pane, in secondo piano; mentre non mancano, emergenti dal sottofondo, sbiaditi sentori vinosi, erbacei, aciduli, speziati. Il corpo medio si propone in una consistenza relativamente acquosa, con lieve tendenza alla grassa. Un dolce sapore di malto impronta la maggior parte del concitato ma regolare percorso della bevuta, fino all’arrivo deciso, propompente, piacevolissimo amarore. Al finale, il compito di perfezionare l’equilibrio; al retrolfatto, quello del congedo tra secche impressioni luppolizzate, di un amarognolo più fruttato che erbaceo.

[Leggi anche: Birra Collesi e il primo spot di birre artigianali alla tv nazionale]

Collesi Imper Ale Nera Maior, sweet stout di colore ebano e dall’aspetto opaco (g.a. 8%). La carbonazione è ai minimi termini; la spuma moca, sottile, cremosa, ma scarsa ed evanescente. L’olfatto sprigiona i classici sentori caldi di cacao e tostature dalla pregevole pulizia ed eleganza, in primo piano e in secondo, malto, lattosio, caffè espresso, zucchero di canna; mentre dal sottofondo alitano vaniglia e alcol. Il corpo medio presenta una consistenza alquanto oleosa, comunque di buona scorrevolezza. Nella sua vivacità, il gusto accoglie armoniosamente il ritorno delle note di tostature, adesso rese molto più delicate da un etanolo, sì, ben presente, però discreto, quasi carezzevole. Un blando malto caramellato pone fine a una corsa regolare che intende congedarsi con una rinfrescante punta di acidità. Il retrolfatto ha sufficiente persistenza per aggiungere il suo contributo, con qualche eccitante impressione di rabarbaro e liquirizia.

Collesi Imper Ale Rossa Ubi, belgian strong dark ale di colore ambrato molto carico, ai confini del marrone, con riflessi rubino e dall’aspetto confuso (g.a. 8%). La carbonazione è abbastanza contenuta; la schiuma beige, fine, compatta, cremosa, di buona durata. Nella sua finezza attraente, l’olfatto risulta di elevata intensità: agli aromi di malto, caramello, miele, nocciole tostate, mela, prugna, uva passa, ciliege, si mescolano armonicamente sentori di frutta rossa piccante, lievito fruttato, luppolo floreale. Il corpo medio presenta una morbida consistenza oleosa.
Il gusto, caldo, avvolgente, inizia con toni di frutta secca e matura che anticipano le note dolci e mielose pian piano fagocitare dal deciso amarore del luppolo. Il finale caramellato, un po’ appiccicoso, ricorda la crostata di frutta. Di profilo diverso si rivela il lungo retrolfatto, con sensazioni amare di cioccolato fondente e caffè arrostito.

A partire dal 4 luglio di ogni anno (data di costituzione della Collesi Bini) viene offerta, in formato magnum, la:

Collesi Imper Ale Bionda Triplo Malto, belgian strong golden ale di colore cangiante da giallo a dorato e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 9%). La carbonazione è piuttosto sostenuta; la schiuma, di un bianco tendente al crema, voluminosa, finissima, compatta e tenace. Frutta candita e a polpa gialla appena colta, lievito fresco, malto caramellato, crosta di pane, miele, vaniglia, esplodono subito all’olfatto, consentendo l’espressione solo caudale dei tenui sentori di erbe e luppolo floreale. Il corpo medio presenta una consistenza alquanto cremosa. Sotto l’egida della forza alcolica, che comunque non va oltre un cordiale calore, il gusto si snoda inizialmente all’insegna della pesca, della mela, dell’albicocca, del marzapane, della toffee, per poi vivare a una connotazione agrumata che apporta una briosa freschezza sino alla fine della corsa, quando entrano in gioco pepe nero, chiodi di garofano, macis. Una labile sensazione amarognola attraversa tutta la calda persistenza retrolofattiva.

Antonio Mennella

Antonio Mennella

Nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e residente a Livorno. Laureato in giurisprudenza, è stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza (BZ), Livorno, Pisa, Prato. PUBBLICAZIONI Confessioni di un figlio dell'uomo - romanzo - 1975; San Valentino - poemetto classico - 1975; Gea - romanzo - 1980; Il fratello del ministro - commedia - 1980; Don Fabrizio Gerbino - dramma - 1980; Umane inquetudini - poesie classiche e moderne - 1982; Gigi il Testone - romanzo per ragazzi - 1982; Il figlioccio - commedia - 1982; Memoriale di uno psicopatico sessuale - romanzo per adulti - 1983; La famiglia Limone, commedia - 1983; Gli anemoni di primavera - dramma - 1983; Giocatore d’azzardo - commedia - 1984; Fiordaliso - dramma - 1984; Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana - 1989; L'Italia oggi - pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti - 2012; Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana - in due volumi - 2014; I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri - 2014; I nomi comuni derivati da nomi propri - 2015. BIRRA La birra, 2010; Guida alla birra, 2011; Conoscere la birra, 2013; Il mondo della birra, 2016; La birra nel mondo, Volume I, A-B - 2016; La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018; La birra nel mondo, Volume III, L-Q - 2019; La birra nel mondo, Volume IV, R-T - 2020; La birra nel mondo, Volume V, U-Z - 2021. Ha collaborato a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull'origine e la produzione della birra nel mondo.