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La birra artigianale italiana discreditata nello sceneggiato di RAI1

Riporto il comunicato stampa UnionBirrai, ferma reazione a un siparietto squallidino avvenuto durante lo sceneggiato di RAI 1: Tutto può succedere.
Nella scena si vedono i due attori discettare di birre artigianali, tenendo in mano quella che ha tutta l’aria essere una bottiglia di birra industriale spacciata per artigianale (!).
Sciatteria scenografica a parte, quella birra artigianale fa schifo, “non vale quello che costa” ed è tutta colpa di un certo Loris che “prima c’aveva tutte birre normali, quelle che si trovano; poi s’é buttato su quelle artigianali… Vatte a fidà”.
Una s
cenetta irritante – si può vedere per intero sulla pagina Facebook di Cronache di Birra – che a pensar male pare scritta da chi sta dall’altra parte del business per veicolare un messaggio preciso, denigrando così il lavoro di un intero settore professionale.
Sarebbe impensabile un dialogo del genere con protagonisti, per esempio, i formaggi dei piccoli caseifici, o il vino delle piccole cantine nazionali.

Puntuale la replica di UnionBirrai:

Roma, 5 giugno 2017 – Il giorno 1 giugno, su RAI 1, alle 21.25, è andata in onda la fiction “Tutto può succedere”.

“Succede, in effetti, di tutto. All’interno del programma si assiste ad una denigrazione della birra artigianale che questo Direttivo non può non stigmatizzare. Nel botta e risposta tra due protagonisti – solo per fare un esempio “assaggia e dimmi se è potabile questa bevanda”, “fa schifo”-, vi si riconosce l’esplicito intento degli autori, in modo peraltro chiaramente decontestualizzato dalla trama, di far passare il messaggio per cui birra artigianale equivale a birra di scarsa qualità. Stante la diffusione nazionale del format televisivo (Share 18%, 4 milioni di spettatori), nonché la sua popolarità, pare ancora più evidente la volontà di gettare discredito su un prodotto che ad oggi rappresenta una delle eccellenze nell’ambito agroalimentare italiano, proprio per la selezione di ingredienti naturali di alta qualità e per il particolare processo produttivo che mira ad esaltarne il gusto ed il pregio organolettico“.

“La birra artigianale, che questa associazione di categoria tutela e diffonde da anni a livello nazionale e internazionale, rappresentando un punto di riferimento con 200 aziende associate, conta oltre 1000 etichette italiane ed impiega 2000 persone, che arrivano a toccare quota 4000 con l’indotto. Non solo. Il prodotto artigianale non si propone al consumatore con i medesimi standard seriali delle multinazionali. Per questo motivo la birra artigianale ha ricevuto adeguato riconoscimento anche dalla legge italiana che nel 2016 ne ha definito, tutelandolo, il metodo produttivo. L’aver inserito in una fiction di successo frasi quali quelle che abbiamo ascoltato e riportato testualmente, significa procurare un danno alle centinaia di piccoli produttori indipendenti di birra artigianale che, non senza difficoltà, si muovono per portare valore in ambito brassicolo. Quanto avvenuto è per noi inqualificabile ed integra quegli estremi di gravità per il quale Unionbirrai si riserva il diritto di agire per via legale”.

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.